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HYPER HEROES

From The Deepest Web World Space

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Stefano Bressani si spinge oltre la mostra figurativa e ci accompagna oltre lo spazio, dove tecnica, capacità artigianali e arte si spingono lontano dai luoghi comuni.

In questa nuova storia si narra dell’ingiustizia del tempo, dei risvolti sociali e dei paradossi che nascondono il lato oscuro del nostro vivere, dietro un sipario in cui ognuno, marionetta del suo destino, gioca la propria partita.

 

Bressani nasce e cresce con l’immagine dei Super eroi del suo tempo, erano gli anni ‘70/’80 quelli della sua infanzia, era l’era dei Robot spaziali, sogni di un futuro improbabile per quei tempi ma legati al fare dell’uomo e al desiderio di salvare il Mondo, un Mondo dove il Bene vinceva sempre sul male.

 

In ogni Robot l’anima apparteneva all’uomo che lo conduceva. Era l’era dei dischi volanti, dei magli perforanti e di figure funamboliche che volavano e che attraversavano cascate per inserirsi alla guida con tripli salti mortali. Erano i tempi in cui l’idea di pace, dopo ogni battaglia, era la sistematica restituzione all’ordine di tutti gli elementi. 

 

Crescendo, Bressani ha vissuto un Mondo diverso e ha saputo analizzare con diversi strumenti la realtà. I suoi Super Eroi piano piano si allontanavano dalle dottrine passate davanti al televisore per trasformare le nuove vedute in una realtà più cruda, meno sognatrice ma aggrappata alla speranza di continuare a scorgere il flebile ricordo di principi che negli anni hanno subito mutazioni genetiche sociali profonde e si sono trasformati in amara constatazione di una realtà diversa, più evoluta ma povera di sfumature.

 

Oggi si percepisce sempre più spesso l’arte con la licenza poetica e ognuno sa che, grazie ad essa, è possibile giocare attraverso le immagini, utilizzare le incoerenze e i paradossi, da quelli più piccoli a quelli più evidenti.

 

Bressani Artista e Uomo ancor prima sceglie da sempre di raccontare il suo presente partendo dal passato per dirigersi al futuro. La sua analisi, espressa attraverso il suo fare, ne è oggi la consapevolezza del bisogno fisico di mettere a conoscenza chi guarda dei propri strumenti e accompagnarlo per mano nel suo Mondo fatto si stoffe e morbidezza, colore e magia, tratti distintivi del suo lavoro che non sempre trattano la meraviglia del Mondo, a volte addirittura lo denunciano.

 

“HYPER HEROES – From The Deepest Web World Space” è un titolo ironico che svela un racconto, il frutto di una ricerca scientifica, la necessità di dare un nuovo significato a questo Metodo di vita che a volte risulta essere troppo stretto e che, secondo lui, merita la possibilità di essere re interpretato secondo paradigmi più intimi.

 

Oggi tutto accade IPER velocemente e spesso resta intrappolato nella rete della IPER informazione. Non si legge più, le edicole in cui si acquistavano i fumetti sono divenute un lontano ricordo. Gli adulti di oggi, bambini di un tempo, si sentono a volte proiettati in un luogo che non gli appartiene ma al quale si sono adattati, forti di una resilienza che ha permesso loro il passaggio dall’analogico al digitale, forse ancora arroganti della sicurezza di poter o meglio di saper scegliere, ma non è più così.

Oggi l’IA non solo ha stravolto alcuni punti di vista ma ci rende banale persino il pensiero di ritenere obsoleto guardare un monitor oppure utilizzare un mouse per muovere un cursore.

Ci siamo letteralmente persi tra la pioggia dei numeri di Matrix e siamo allo stesso tempo rapiti dallo scorrere immagini senza più coglierne un significato.

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Accade adesso! Accade in questa storia dove l’Artista Bressani fa un omaggio al Mondo dei manga giapponesi, quelli che negli anni hanno subito profondi cambiamenti, diverse modalità di esecuzione e di interpretazione, dal disegno a matita dei fumetti anni ’40 alle penne grafiche dei più blasonati protocolli informatici.

Questo è il nuovo posto dei nuovi super eroi, divenuti film, vittime di nuove avvincenti interpretazioni, dove gli attori (bravissimi) si sono arrogati la possibilità di diventare loro stessi robot, vittime a loro insaputa di una storia che si ripete in un ciclo armonico senza fine.

 

Appartiene a questa Storia l’ironia con la quale i SUPER sono promossi a IPER, incatenati dalle nuove regole ma omaggiati della magia di poter desiderare l’eternità riconquistando attraverso la finzione una giovinezza apparente e sub-reale, risultato di una trasformazione che riesce a trasformare ognuno di loro nuovamente in un bambino.

Ecco che la trasformazione costringe i personaggi in una forma costretta, in una dimensione forzata che ne cambia addirittura i connotati.

I lontani Super Eroi sono ora “Chibi” della cultura manga Giapponese, rappresentati da un titolo anglofono per schernirne le sembianze; dei “Super deformed”, così definiti dagli anglosassoni, che il Maestro Bressani usa per esprimere concetti di intollerabile coscienza, una volontà di porre attenzione a chi guarda sulla considerazione di vita moderna e una più consapevole valutazione del sistema in cui viviamo.

 

HYPER HEROES è uno spot mono formato di opere di colori e forme che catturano lo spettatore, un frattale di forme e concetti in cui ci si può perdere, un luogo in cui puoi entrare e uscire, passando da un parametro figurativo ad uno informale senza alcun punto di riferimento, una sorta di disorientamento programmato che invoglia il tatto e tutti i sensi contemporaneamente.

 

Girando lo sguardo tra i tanti “simpatici deformi”, dalle teste grandi e il corpo piccolo, dalle grandi mani e gli occhi stucchevoli spicca l’Opera più importante di tutte, quella che volutamente Bressani ha lasciato fuori da questa tortura di forme.

 

FLASH ci riporta all’ordine facendoci cadere con i piedi per terra, tra la coerenza dell’uomo Stefano Bressani e le incoerenze dell’Artista. Il Capo della Mostra, la figura più grande resa a scultura che vigila adirata al senso della vita quasi come volersi riprendere il tempo perduto.

 

Il vero gioco si posa su un cambio di direzione inaspettato, dove l’anima di un fumetto romantico come quello uscito dal cappello di Gardner Fox e delle mani del disegnatore Harry Lampert nel 1940, vuole riprendersi tutto. Proprio lui che, abituato a vivere ad una velocità IPER sonica si vede essere l’unico rimasto vecchio, paradossalmente a sorvegliare una scolaresca di bambini, che a differenza sua, sono tornati a giocare con sé stessi.

 

Se vi abbandonate alle immagini, lasciatevi disorientare dai concetti, cedete gli occhi a ciò che non va spiegato perché è bello che l’Arte possa esprimersi, prima di tutto, secondo una “non logica” che ha una logica: si chiamano idee, e le idee devono essere necessariamente frutto di un pensiero rispettabile e rispettato, un pensiero che sa generare una storia da raccontare. Ognuno uscirà con una opinione e forse un proposito, perché nella vita di ognuno di noi, tutti possiamo ambire ad essere promossi da “super” ad “iper”.

 

Si lascia a voi la conclusione della storia con un suggerimento: forse non importa a quale velocità decidiate di correre, forse l’importante è capire che ogni viaggio lascia un senso profondo, ed anche in questo, forse, ognuno ha avuto la possibilità di iniziare ad essere un super eroe per la propria vita e un iper eroe per la vita degli altri.

 

Bressani di sicuro insegna che la filosofia applicata all’ironia, nell’arte va spiegata, rendendo il suo fruitore un testimone fortunato di essere parte dell’opera stessa che sta guardando in quel momento, reso edotto da ciò che è il suo valore più profondo, l’origine dell’idea.

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